Si è appena concluso il progetto: “Donne nel Mondo: arti, professioni, affari -storie di migrazioni al femminile”, nato dall’esigenza di esplorare il fenomeno migratorio al femminile, da un punto di vista poco consueto. L’ indagine ha privilegiato il percorso di donne, che hanno lasciato il loro Paese d’origine per affrontare una nuova vita in terra straniera e hanno saputo affermarsi in differenti settori lavorativi o di studio. La proposta mirava a conoscere, per comprendere, l’esperienza di donne immigrate in Italia e di donne italiane emigrate all’ estero, che hanno avviato con successo un’attività lavorativa. Attraverso la conoscenza diretta dei loro percorsi di vita, sono state analizzate le caratteristiche del fenomeno, anche nell’ottica di correggere alcuni degli stereotipi che, talvolta, accompagnano il concetto di migrazione: dalla visione passiva della donna migrante vista come semplice appendice del percorso migratorio maschile (moglie/figlia al seguito dell’uomo) alla visione generale del migrante come povero e bisognoso. Narrare di donne di successo, oltre che valorizzarne l’impegno, la tenacia e l’ingegno, ha permesso di far emergere, in un clima di crisi e sfiducia, segnali positivi di speranza, successi e conquiste che nonostante le difficoltà, le donne individuate hanno ottenuto e ottengono nella loro quotidianità.
Si sono strutturati incontri pubblici con la presenza del giornalista -intervistatore Antonio Vergoni il quale, attraverso domande aperte, ha stimolato la conversazione tra la donna narrante e il pubblico. Successivamente le persone intervenute si sono trattenute ad un momento di convivialità, finalizzato all’incontro e allo scambio con l’interessata.
Quattro le donne intervistate, di diversa nazionalità e cultura, secondo il seguente calendario:
23 Novembre 2012: incontro con Cristina Boscoli, italiana, che vive negli Stati Uniti e lavora in qualità di top manager in un importante Gruppo assicurativo. Cristina ha raccontato, con dovizia di particolari, la sua partenza per gli Stati Uniti all’età di 20 anni, al seguito del padre, trasferito per ragioni di lavoro. Nella presentazione del suo percorso all’estero, ha posto in luce le iniziali difficoltà, le successive opportunità che l’hanno accompagnata, fino a raggiungere la piena realizzazione di una vita lavorativa, della quale, oggi, si dice, profondamente soddisfatta. Nel suo racconto ha, più volte, sottolineato le innumerevoli opportunità che le sono state offerte e le facilitazioni all’integrazione nel tessuto sociale di cui ha potuto fruire. Oggi, pur conservando la cittadinanza italiana, Cristina Boscoli è cittadina statunitense.
8 Febbraio 2013 : incontro con Inger Haugaard, danese che vive in Italia, imprenditrice nel settore del turismo culturale. Inger è giunta in Italia a seguito del marito, docente universitario, che aveva ottenuto un incarico temporaneo, presso l’Università di Firenze. Con rammarico ha lasciato la sua attività di pedagogista in Danimarca per seguire la sua famiglia. Giunta in Italia, seguendo le attività scolastiche della figlia piccola, ha potuto apprezzare la buona qualità della scuola dell’infanzia italiana e si è profondamente interessata alle metodologie didattiche applicate. Ha iniziato scambi culturali con le scuole danesi. Ha accolto gruppi di insegnanti e pedagogisti attratti dalle buone pratiche educative e, contestualmente, ne ha organizzato l’accoglienza e l’ospitalità. Inger racconta la sua esperienza come se tutto le fosse capitato per caso, e lei avesse solo assecondato una strada già tracciata, ma nel profondo si intuisce la volontà, la dedizione e la caparbietà con le quali ha pianificato la sua attività e costruito le sue relazioni. Mentre parla si sofferma più volte sulla bellezza del paesaggio in cui vive, sui prodotti che coltiva e sulle risorse che quella terra regala. Vive stabilmente in Italia e, oggi, insieme al marito, è proprietaria di una tenuta in Toscana, un agriturismo, vocato ad attività di accoglienza per gruppi e famiglie, stranieri. Nel suo racconto, si sono avvicendati i momenti di incertezza e di fatica che il nuovo percorso di vita le proponeva ma, sopra ogni cosa, ha evidenziato la profonda attenzione alle relazioni con il nuovo contesto, la volontà di non lasciarsi sopraffare dagli eventi, la capacità di equilibrare le sue forze, approdando alla piena integrazione con una terra che ormai considera la sua seconda patria.
13 Marzo 2013: incontro con Sonia Mireya Pico Díaz, colombiana, vive in Italia e lavora come insegnante di musica e canto. All’incontro Sonia arriva con il marito italiano; è esile, delicata, bella. Parla con un tono di voce suadente simile a quello che usa quando canta. Racconta della sua partenza. A Bogotà conosce un missionario italiano che apprezza le sue doti musicali e la incoraggia a recarsi in Italia per studiare canto al Conservatorio musicale. In Colombia lascia una attività garantita di Responsabile della scuola statale di canto corale. Aiutata dal missionario, giunge in Italia e, di quei momenti, ne ripercorre, con lucida memoria, lo smarrimento e lo stupore. Studia canto e musica al Conservatorio di Ferrara, dove entra in contatto con musicisti e docenti che sanno apprezzarla e indirizzarla. Lavora nelle scuole statali e private del territorio, imponendosi per metodologia ed impostazione. Segue cori di ragazzi in età scolare, con i quali incide un repertorio di nenie, canti tradizionali colombiani. Racconta la situazione del proprio paese e ne descrive con amarezza le difficoltà politiche e sociali. Oggi, a Ferrara, ha costituito un’apprezzata scuola di canto per ragazzi. Quando l’incontro giunge al termine, accompagnandosi con la chitarra, incanta la platea esibendosi in canti tradizionali della sua terra.
15 Aprile 2013: incontro con Lihong “Li” Xia, cinese e ristoratrice. E’ titolare del ristorante “cinarmonico” , che porta il suo nome, nel centro storico di Ferrara. Il suo arrivo in Italia risale a 25 anni fa, prima si è stabilita a Padova, accolta da parenti ristoratori che l’hanno aiutata ad inserirsi e le hanno offerto il primo lavoro di cameriera. Le difficoltà maggiori sono state la comprensione e l’apprendimento della lingua. Successivamente trasferitasi a Ferrara, ha cresciuto i suoi figli e ha continuato la sua attività nella ristorazione. Nell’ultimo anno ha investito in un lavoro di ristrutturazione e riorganizzazione del ristorante di cui è titolare, che ha saputo trasformare in un luogo elegante e raffinato, dove Li Xia coniuga, magistralmente, cucina italiana e tradizione cinese. Il termine “cinarmonico” è appunto l’accordo di armonie, di sapori della terra d’origine e del luogo di adozione. All’incontro con Li Xia è presente Davide, il primo dei suoi tre figli. Davide è nato in Italia, studia e sogna di trasferirsi in Australia; è proprio lui a darci la definizione più calzante della madre: “donna emancipata, ottima madre, rigorosa nel lavoro”. Proprio la presenza del figlio e del cugino di Li Xia, che lavora come chef nel ristorante, ha permesso di capire quanto il nucleo familiare, rappresenti essenza e sostegno su cui, questa splendida donna, ha potuto fondare le basi di un percorso lavorativo non sempre facile. Amore per la famiglia e passione per il lavoro sono, in Li Xia, inscindibilmente uniti alla volontà di rimanere in Italia, luogo dove ha scelto di porre le sue radici.