Lo stalking attraverso il web, praticato da giovani e meno giovani, è un fenomeno poco studiato pronto ad emergere da un gesto estremo o semplicemente da uno scherzo finito male. Preoccupante è l’aumento del numero dei giovanissimi che inconsapevolmente creano una vittima predestinata facendo uso in modo superficiale dei social network. Il cellulare e il computer sostituiscono l’interlocutore, l’oggetto sostituisce la persona, ciò sollecita chi scrive a non aver né rispetto né timore dell’altro, inviandogli messaggi persecutori dal contenuto sempre più sgradevole e insopportabile. Attraverso la comunicazione via web, sovente, anche il gruppo o il branco accentra la propria attenzione verso un compagno ridicolizzandolo, diffondendo notizie o comportamenti manipolati. Da qui la necessità di sollecitare i più giovani a un dibattito e un’attenta riflessione sulla cultura del web, del rispetto dell’altro nelle relazioni sociali e sulla capacità di reagire al disagio giovanile. La continua evoluzione delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione negli ultimi anni ha generato una cd comunicazione virtuale, soprattutto tra i cosiddetti nativi digitali (Prensky M., 2001).
Il fenomeno è irrefrenabile in quanto i nostri ragazzi fanno un uso smodato di tecnologia e smartphone. La familiarità di questi soggetti con i nuovi canali di comunicazione, non necessariamente fa di loro degli esperti informatici e conoscitori della rete e soprattutto delle conseguenze dannose che possono derivare da un utilizzo non consapevole e illecito della stessa. La facilità e la leggerezza con cui i ragazzi pubblicano e diffondono informazioni personali sui social network ne è una prova evidente. Tale mancanza di utilizzo critico dei nuovi media è una delle cause scatenanti dei fenomeni quali il bullismo in rete, il cyber-bullismo, che presenta molte caratteristiche in comune con il bullismo “off line” e si distingue per alcune caratteristiche tipiche dell’ambiente digitale. Il cyber-bullismo è forse più pericoloso del bullismo classico in quanto lascia la sua traccia in rete. Oggi per i giovani, figli delle nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita offline è davvero minima, con conseguenze anche nella loro vita reale. Un’indagine “I ragazzi e il Cyber-bullismo” realizzata da Ipsos per Save the Children nel 2013, attraverso 810 interviste con questionari compilati online da ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni, ha rilevato che i 2/3 dei minori italiani riconoscono nel cyber-bullismo la principale minaccia del proprio tempo. I mezzi elettronici conferiscono al cyber-bullismo alcune caratteristiche proprie, quali:
• Anonimato del molestatore
• Difficile reperibilità
• Indebolimento delle remore etiche
• Assenza di limiti spazio-temporali
La rete rende anonimi e apparentemente non perseguibili i protagonisti. La pericolosità del web deriva dal fatto che chiunque può averne accesso utilizzando così più facilmente contenuti o affermazioni fatte da altri. Conseguenze gravi anche sulla salute della vittima: difficoltà di concentrazione, ritiro dalla vita sociale (scolastica e personale), aggressività, ansia, depressione e nei casi peggiori il suicidio. E’ l’urgente e necessario essere preparati a fronteggiare questo fenomeno in continua espansione. È opportuno quindi ricordare ai giovani questi sono veri e propri atti persecutori puniti ex art. 612 del codice penale.
Quindi prevenire il Cybebullismo significa prevenire lo Stalking e tutti quegli atti persecutori che ogni anno mietono centinaia di vittime.
Gli obiettivi di questo progetto sono finalizzati ai giovani quali protagonisti attivi del loro divenire, divulgando dati ed informazioni attraverso lezioni frontali e incontri di riflessione, attraverso lavori di gruppo, brainstorming, role play, dibattiti, materiali video, creazione di slogan e manifesti.
OBIETTIVI • Riconoscere i comportamenti violenti. • Sollecitare l’acquisizione e la rielaborazione personale di corretti modelli relazionali. • Individuare scelte comportamentali consapevoli e autonome.
RISULTATI • Miglioramento delle relazioni sociali attraverso il rispetto dell’altro. • Potenziamento dei concetti di solidarietà, parità, tolleranza. • Rispetto delle regole alla base dei rapporti sociali.
Metodo educativo e modalità didattica La fase preparatoria del progetto ha visto il coinvolgimento di insegnanti-trainer e presidi, con proposte di ricerca o di approfondimento del tema in oggetto. È stato distribuito del materiale informativo sulle problematiche preventive del fenomeno dello Stalking e del cyber-bullismo con particolare attenzione ai minori. In questa fase gli operatori hanno stimolato gli insegnanti a sensibilizzare preventivamente gli studenti con materiali vari, discussioni e letture di articoli di giornale.
Gli interventi didattici si sono svolti coinvolgendo direttamente gli studenti quali attori e protagonisti del progetto stesso utilizzando la tecnica della Peer Education. L’educazione dei pari, già consolidata in altre esperienze progettuali, da la possibilità agli studenti stessi di coinvolgere i loro coetanei con una modalità interattivo-comunicativa più efficace. I ragazzi vengono coinvolti interattivamente tramite discussioni libere, lavori di gruppo, brainstorming e role playing, inoltre vengono invitati a creare dei cartelloni e degli slogan, dei video o dei fotomessaggi. Ci sono state inoltre testimonianze significative degli operatori che si occupano del fenomeno sia a livello istituzionale che a livello di associazioni private per trasmettere l’idea che esiste già una rete attiva per la prevenzione dello Stalking e del Cyberbullismo a cui ci si può rivolgere in caso di necessità e che anche loro possono divenire veicolo di prevenzione attiva.
Struttura dell’intervento Sono stati effettuati 3 incontri di 2 ore ciascuno dove si sono messe in evidenza le finalità dell’intervento tramite la creazione di messaggi, slogan, poesie video e quant’altro di artistico, da parte degli alunni, sullo stalking e cyberbullismo finalizzati poi alla mostra delle opere presso Palazzo Moroni. L’ultimo incontro è stato un lavoro di orientamento sulla definizione di identità sociale e virtuale mettendo in evidenza il sottile confine tra vita “online” e “offline” e quanto questo aspetto possa influenzare il proprio comportamento reale. Le attività di gruppo hanno lavorato sulla percezione dei ragazzi, sulle caratteristiche della rete come diffusione veloce e incontrollabile delle informazioni e sulla responsabilità del proprio agire in relazione ai social network,alla consapevolezza del danno che si può arrecare. Sono state inoltre proposte attività di sensibilizzazione sul vissuto della vittima, con testimonianze o interventi da parte di istituzioni che si occupano del fenomeno.(Polizia di Stato e Consulta Femminile e altre associazioni). Questi interventi hanno avuto l’obiettivo di stimolare riflessioni personali da parte degli studenti al fine di sensibilizzare e creare una coscienza comune per avvicinarli alle istituzioni.