Martedì 9 giugno 2015, la Sezione FIDAPA BPW ITALY di Ferrara, in occasione della conclusione delle attività, anno sociale 2014/2015, ha organizzato una manifestazione pubblica per la cultura e per la città, dedicata all’Auditorium del Conservatorio statale di Musica Girolamo Frescobaldi. Sullo schermo del Ridotto del Teatro comunale “Claudio Abbado” di Ferrara, dove si è tenuto l’incontro, sono state proiettate le immagini di una Ferrara, nascosta e sconosciuta ai suoi stessi concittadini. Dietro quella facciata che tanti scambiano per una chiesa ma è l’ingresso del vecchio ospedale Sant’Anna, nell’omonima piazzetta, si distende, maestoso e celato, un salone lungo una settantina di metri, in attesa di riprendersi la vita e la musica. È l’Auditorium del Conservatorio Frescobaldi, nel 1400 Ospedale cittadino, luogo di cura e teatro dei tormenti di Torquato Tasso. Abbandonato all’ inizio Novecento, con l’apertura del nuovo Ospedale di Corso Giovecca venne riconvertito, negli anni Trenta, alla vocazione musicale dall’ingegnere Carlo Savonuzzi e da più di trent’anni è chiuso al pubblico, in attesa delle risorse che ne consentano il recupero. Luogo sospeso tra il periodo Estense e la modernità dell’architettura del Novecento, l’Auditorium è uno dei tanti spazi cittadini inespressi e sotto utilizzati, sconosciuto alle ultime generazioni e quasi dimenticato dal forzato esilio. Nel 2013, dopo il terremoto, l’Auditorium è stato sottoposto ad un’imponente operazione di bonifica che ha portato a rimuovere cinquantaquattro tonnellate di fibre di amianto contenute nell’intonaco delle pareti come hanno spiegato, nei loro interventi, i tecnici: Arch. Clara Coppini, il Prof. Fabio Bevilacqua, l’Arch. Gianni Pirani e la Presidente del Conservatorio, Mirella Tuffanelli. Oggi la sala, che termina con una scala monumentale che porta al palcoscenico sul quale, nel 1985, è stato collocato un organo sacrificando la conchiglia acustica, viene fruita esclusivamente dagli studenti del Frescobaldi per le esercitazioni. Ma, se si ponesse mano al suo restauro completo, potrebbe contenere fino a 300 posti, secondo gli standard di sicurezza attuali, e diventare un’altra delle sale polivalenti del circuito pubblico cittadino. I piani di recupero prevedono il ripristino del palcoscenico comprensivo di chiusura tramite sipario, la sistemazione della pavimentazione ed un intervento strutturale di consolidamento. Lo splendore dell’Auditorium assomiglia ad una pietra grezza, che lascia affiorare qua e là tracce di bellezza e di storia, come l’affresco di un cielo stellato che spunta dagli strati di intonaco. Una storia che racconta come nei seminterrati sia collocata la ricostruzione della cella in cui venne rinchiuso Torquato Tasso, già, nei secoli passati, meta di pellegrinaggio di personaggi illustri quali: Goethe, Byron e Stendhal. Le indagini conoscitive e i rilievi, effettuati dai tecnici, così come parte dalle letture storico-critiche, hanno approfondito la conoscenza del complesso architettonico e dei suoi spazi, hanno permesso di formalizzare un progetto di restauro inteso come ricomposizione, hanno illustrato saperi specialistici e tecnica e hanno concluso fornendo una serie di preziosi prospetti, culminanti nel progetto di restauro, il quale, attraverso pochi e misurati interventi, propone integrazioni tra gli spazi e modi d’uso presenti nel complesso architettonico, aggiungendo alle intenzioni degli anni Trenta altre possibili destinazioni e altre relazioni tra le parti.
Alla manifestazione culturale è seguito l’incontro conviviale, con il quale si concludono, tradizionalmente, le attività dell’anno sociale Fidapa. Il convivio si è tenuto presso il Bistrot della Borsa, da Giovanni, nel cortile coperto del settecentesco Palazzo del Monte di Pietà, al quale hanno partecipato le Socie, i tecnici che hanno curato gli interventi sull’Auditorium e altri graditi ospiti.