L’Italia è un paese dalle enormi potenzialità in termini di innovazione sociale, a partire dal numero delle sue città fino alla ricchezza di storia e tradizione delle stesse, dalla cultura fortemente orientata alla comunità e alla condivisione fino alla vitalità creativa che anima i territori. Nel tentativo di fotografare questo laboratorio in perenne attività ed evoluzione, Fidapa dedicherà in occasione della Fiera di San Marco, nelle giornate del 24-25 aprile 2016 presso il Parco dei Tigli di San Bonifacio, una serie di approfondimenti al tema dell’innovazione sociale. Si va dalla sharing economy al crowdfunding, dal Coworking ai FabLab, passando per le interviste a Makers e innovatori. E ancora: l’economia circolare e gli spazi di apprendimento emergenti. L’innovazione sociale – che per comodità indicheremo con “SI”, acronimo dell’inglese Social Innovation – è un concetto complesso. Il termine, nella forma più semplice possibile, è usato per riferirsi a nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che rispondono ai bisogni sociali in modo più efficace delle alternative esistenti e che, allo stesso tempo, attivano nuove relazioni e collaborazioni. Se, da un lato, il termine innovazione si riferisce alla capacità di creare e implementare nuove idee che producano valore, il termine sociale fa invece riferimento al tipo di valore creato, che deve essere orientato in maggior misura verso temi come la qualità della vita, la solidarietà e il benessere, e meno al profitto. Un’innovazione è una SI, se la nuova idea ha il potenziale per migliorare la qualità della vita della comunità, creando una discontinuità con il passato, dove la soluzione proposta migliora le condizioni rispetto allo stato precedente delle cose. Una SI è caratterizzata da sei elementi fondamentali, che risultano interdipendenti ed evolvono nel tempo: i) migliore soddisfazione di un’esigenza collettiva; ii) innovazione delle relazioni tra gli attori economici e sociali, e dei loro ruoli; iii) tecnologie; iv) miglior uso dei beni/risorse disponibili; v) impatto strutturale; vi) forza economica. Le pratiche di innovazione sociale non solo rispondono in modo innovativo ad alcuni bisogni, ma propongono anche nuove modalità di decisione e di azione. In particolare propongono di affrontare complessi problemi di natura orizzontale attraverso meccanismi di intervento di tipo reticolare, utilizzando forme di collaborazione piuttosto che forme verticali di controllo. La SI fiorisce laddove vi siano progetti che aggregano un’ampia gamma di soggetti diversi, dalla società civile alle istituzioni, dalle imprese alle associazioni no profit, dai cittadini agli imprenditori. Al centro di questi progetti vi sono quindi idee, intuizioni, proposte che possono provenire da una molteplicità di fonti, e che spesso nascono nell’interazione tra i diversi partner. Si tratta dunque di un’innovazione dal basso, dal momento che ogni SI è legata in maniera dissolubile ai concetti di partecipazione, inclusione, socialità e condivisione di idee.