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Ferrara – Percorso al femminile:Tra musica e parole, la vita privata di Giulia Schucht

Giulia Schucht

Di musica e parole si è ammantato l’incontro conclusivo del Percorso al femminile promosso da FIDAPA e organizzato da Bal’danza, svoltosi domenica 22 settembre 2013  nella splendida cornice di Palazzo Costabili.  Le parole di Lucia Tancredi autrice de La vita privata di Giulia Schucht” e le note della giovane violinista Giulia Cerra,  si sono fuse e compenetrate, a delineare e arricchire l’inedito  ritratto di Giulia Schucht, moglie russa di Antonio Gramsci. Il suono e la parola,  strumenti di grande forza evocativa, in grado di raggiungere l’essenza  delle cose, senza intermediazione,  hanno condotto il pubblico a scrutare nella vita di Giulia e nella sua passione primitiva e indomita  per la musica.

E mentre, mai come in questo momento, storici e polemisti incrociano le armi e i documenti sulle vicende politiche gramsciane, Lucia Tancredi ha scelto la strada di un romanzo, sulla vicenda personale del grande pensatore italiano e di Giulia, ricalcando con precisione e cura le biografie, le immagini,  le parole, quelle delle lettere che Antonio e Giulia si sono scambiati tra il 1922-23 e il 1937.

È Giulia in carne e ossa quella  che esce dalle pagine della narrazione.  Giulia  colta, cosmopolita, violinista raffinata,  donna che mantiene una componente ferina, selvatica, che il giovane Gramsci percepisce e impara subito ad amare e temere.

Nel racconto si susseguono la Mosca degli anni rivoluzionari, l’Italia  sotto il regime fascista e la figura di Gramsci. Eppure i riferimenti storici,  i grandi personaggi, gli stenti, i pericoli, la vita da  fuggiasco di Gramsci,  lasciano meno il segno   di quella vibrazione profonda che corre nella narrazione  quando protagonista è il loro rapporto. Gramsci è rinchiuso in carcere, Giulia, malata di depressione ed epilessia, finisce tra ospedali e sanatori di un’ Urss sempre più buia e feroce. Due diverse prigioni tra le quali continuerà a scorrere un fiume di lettere, messaggi  e, sullo sfondo, un sentimento radicale e profondo.

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Lucia Tancredi

La voce narrante di Lucia Tancredi e il violino di Giulia Cerra si alternano nell’equilibrio e nell’immediatezza di uno stile che coinvolge la sensibilità profonda di chi ascolta; si delineano  riflessioni, distese o sintetiche, unite ad incorporare l’eco della storia e la risonanza  degli eventi. La vita che scorre è quella di Giulia,  addotta nella sua unicità, ma l’insieme dei caratteri e delle qualità psicologiche che corrono nella mente, sono universali, tali da configurare pertinenze e condizioni che attengono a ogni essere umano, di ogni età della storia.

Lucia Tancredi fa riaffiorare il dolore sommerso, la vita di Giulia da sorvegliata speciale, gli interrogatori e le intimidazioni che la trasformano poco a poco in un’esiliata dentro se stessa.

Quello di Giulia Schucht è un caso limite, ma anche il racconto di un genere femminile plurale che attraversa l’Europa del Novecento ad oggi, con il suo bagaglio di negazione,  sottrazione, esclusione. L’unicità di una donna al centro di una vicenda politica e sociale tanto palpitante e intensa, passata nella storia senza generare alcun interesse, destinata ad  un’“estinzione straordinaria”; segno tangibile di una Storia, attrezzata alla rimozione e di una storiografia a lungo cieca verso le prospettive delle donne.

 

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