Sabato 20, nel Salone d’Onore di Palazzo Roverella, in Corso Giovecca 47, a Ferrara, la Sezione FIDAPA di Ferrara, nell’ambito delle manifestazioni culturali settembrine della città, ha sostenuto con il suo patrocinio, l’evento: “L’immaginazione al potere: Carlo Rambaldi, uomo rinascimentale del XXI secolo”. La serata, organizzata dall’Associazione De Humanitate Sanctae Annae, ha celebrato l’artista e il maestro del cinema mondiale, nato a Vigarano Mainarda (FE), inventore di E.T. (1983) e creatore di effetti speciali indimenticabili, quali King Kong (1976), Alien (1980). Tre successi cinematografici, su scala mondiale, coronati da altrettanti Oscar. La fantasia e il potere creativo che caratterizzano l’opera di questo grande ferrarese, sono all’origine delle sue creature, alle quali Rambaldi ha saputo, prima di ogni altro, infondere sentimenti e gestualità umane.
La serata, aperta dai saluti delle autorità presenti, è proseguita scandita dalla voce narrante di Massimo Masotti, che ha, via via, introdotto gli interventi, in una commistione di parole e immagini volte a celebrare vita e opere dell’artista ferrarese.
L’intervento di Carlo Magri: “Gli automi, il cinema e le creature di Carlo Rambaldi” si è avvalso della proiezione di un video che ha mostrato, per la prima volta, le riprese girate nel 1985, dedicate ai meccanismi interni delle creature inventate da Rambaldi, che palesano la precisa conoscenza anatomica dei corpi e di cui i suoi stessi schizzi ne sono riprova.
E poi, a seguire, il critico d’arte più famoso d’Italia, docente d’eccezione, politico e autore Vittorio Sgarbi, sul tema “Carlo Rambaldi e Caravaggio: l’immaginario e la sua rappresentazione”. Sovvertendo completamente la programmazione degli organizzatori e senza rinunciare mai al linguaggio provocatorio cui ci ha abituati, Vittorio Sgarbi ha tracciato, con la maestria che gli è propria, legami e suggestioni tra le varie forme d’arte. Nell’orizzontalità della terra padana, nell’appiattimento di un paesaggio nebbioso ed indolente, si sono elevati, tesi alla verticalità, al superamento della mediocrità della vita, personaggi il cui valore tutto il mondo riconosce. Sono nati qui: Michelangelo Antonioni, Folco Quilici, Carlo Rambaldi…
Le possibili relazioni tra Rambaldi e Caravaggio sono tutte da ricercare nell’anticonformismo, nell’urgenza di rompere gli schemi per dare visioni altre del mondo: ciascun artista, nel proprio tempo, ha saputo imprimere caratteristiche inedite alle sue opere. Rambaldi è stato un maestro nelle tecniche di creazione di effetti speciali realistici, di personaggi di fantasia che con lui hanno preso vita e sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Personaggi meccanici ai quali ha conferito, non solo un corpo ma soprattutto un’anima, un’espressività che, fino ad allora, nessuno era riuscito a realizzare. Molti secoli prima, lo stesso Caravaggio ha capovolto i canoni in uso nella pittura. Con poche essenziali parole, Sgarbi racconta Caravaggio e descrive in modo chiaro e incisivo le sue maggiori opere. Si delinea così l’immagine di un pittore precursore della fotografia e dalla vita fortemente incisa nei suoi dipinti; il ritratto di un uomo molto più vicino al nostro tempo di quanto si possa immaginare; individua nella sua concezione estetica, nel modo di impaginare le scene che costruiva sulla tela, un taglio che sembra anticipare di tre secoli i grandi maestri della fotografia. Luci ed ombre della vita riportate sulla tela; dicotomia tra genio e sregolatezza e che parifica la Roma del Seicento a quella degli Anni Sessanta del Novecento: con una figura come quella di Pier Paolo Pasolini a incarnare pulsioni analoghe, nel bene e nel male a quelle che agitarono Caravaggio. In comune hanno l’anticonformismo, l’urgenza di rompere gli schemi per dare visioni altre del mondo. E poi l’utilizzo di un linguaggio a tinte forti, sempre provocatorio, a tratti indisponente.
Caravaggio, che dipinge ammalati e prostitute, omosessuali e viandanti, che esprime significati altissimi allo stesso modo con una cesta di frutta o nel disegno di un santo, è contemporaneo. E’ uno Sgarbi appassionato quello che unisce alla competenza storico-critica le suggestioni di un’efficace affabulazione e che sa coinvolgere il numeroso pubblico presente, intrecciando nella sua variegata ed avvincente narrazione l’antropologia, il costume, la politica.
Luciano Fadiga, Professore Ordinario di Fisiologia umana all’Università di Ferrara e Ricercatore Senior presso l’Istituto italiano di Tecnologia, con la sua lunga esperienza in materia di indagini elettrofisiologiche, è intervenuto sul tema : “Il senso del movimento nell’espressione artistica: percezione, rappresentazione, metafisica”, ove ha posto in luce meccanismi neurali relativamente semplici, ma che si rivelano fondamentali nel creare circuiti psicologici di identificazione tra individui della stessa cultura, tra individui che condividono le stesse tradizioni, che sono invariabilmente basate su gesti e risposte emotive molto specifiche.
La serata si è conclusa con la proiezione del filmato realizzato negli Studios di Los Angeles da Victor Rambaldi, figlio dell’artista, che ha introdotto una sfumatura personale e intima attorno alla figura del padre.
Erano presenti all’evento la moglie di Carlo Rambaldi Sig.ra Bruna, il figlio Victor, il Sindaco di Vigarano Mainarda Barbara Paron, nel cui territorio comunale sorgerà la Fondazione Carlo Rambaldi e alla quale Carlo Magri ha donato il filmato inedito.
Con FIDAPA, hanno dato il loro patrocinio alla iniziativa: Comune di Ferrara, Associazione Ferraria Decus, Associazione Culturale di Ricerche storiche Pico Cavalieri, Azienda Sanitaria Locale di Ferrara, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Ferrara, Università degli studi di Ferrara.
Programma evento: Convegno Carlo Rambaldi