Ancora oggi, spesso, lo studio degli eventi storici relativi al primo conflitto mondiale ci trasmette un’idea della guerra come di un universo tutto maschile, in cui rivestono un ruolo centrale i soldati, le battaglie, le decisioni dei grandi generali e la vita di trincea. Eppure, anche le donne, pur non combattendo in prima persona, diedero un apporto fondamentale allo sforzo bellico. Ciò contribuì a modificare il loro ruolo nella società e a dare una spinta decisiva al processo di emancipazione femminile. La Fidapa Bpw Italy sezione di San Bonifacio con il patrocinio dell’amministrazione comunale ed in collaborazione con la Commissione pari opportunità organizza alle 20.30 del 11 marzo 2016 presso la sala civica Barbarani in San Bonifacio un incontro intitolato “Donne trentine in guerra tra due patrie: Italia – Austria”. Interverrà qual memoria storica e voce autentica la sig.ra Cristina Lucchi per ripercorrere alcuni momenti storici e per sottolineare il coraggio di molte donne.Il fronte italiano comprendeva l’insieme delle operazioni belliche combattute tra il Regno d’Italia e i suoi Alleati contro le armate di Austria-Ungheria e Germania nel settore delimitato dal confine con la Svizzera e dalle rive settentrionali del Golfo di Venezia parte dei più ampi eventi della prima guerra mondiale. Il conflitto è conosciuto in Italia anche con il nome di “guerra italo-austriaca”, o “quarta guerra d’indipendenza”. Le donne furono chiamate ad affiancare e in molti casi anche a sostituire gli uomini in una vasta gamma di occupazioni: moltissime vennero impiegate nell’industria bellica, le crocerossine fornirono assistenza ai soldati, altre confezionavano da casa indumenti da inviare al fronte. Lavorarono come braccianti agricole, cuoche, medici, telegrafiste, dattilografe, macchiniste e poliziotte, continuando nello stesso tempo a svolgere le mansioni domestiche. In alcuni casi straordinari servirono anche come combattenti. Fu una vera e propria rivoluzione quella che si verificò nelle relazioni fra generi, in una società in cui il lavoro delle donne (soprattutto quelle di classe agiata) costituiva ancora un’eccezione. Grazie alla guerra furono messi in discussione modelli di comportamento fino ad allora ritenuti immutabili e gerarchie e distinzioni che sembravano ormai fortemente consolidate.