Nella biblioteca di Tuenno, Palazzo Grandi, giovedì 8 maggio 2014, ore 20:30, FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) Sezione Val Di Non, organizza un incontro-reportage sulle donne del deserto, le donne del Saharawi, un popolo povero ma non misero di donne forti, non potenti, che vive in un ambiente inospitale e senza risorse con grandissima dignità ed organizzazione.
I Saharawi abitavano la terra del Sahara occidentale, colonia spagnola, da cui gli spagnoli si erano ritirati nel 1975. All’occupazione della loro terra da parte del Marocco e della Mauritania, avevano reagito con una guerra come solo i poveri sanno fare: poche e povere armi, ma con la forza della disperazione di chi si vede sottrarre la stessa propria esistenza.
Un accordo, poi, con la Mauritania ed il cessate il fuoco con il Marocco avevano definito la situazione che è giunta fino a noi e la mediazione delle Nazioni Unite aveva individuato in un referendum di autodeterminazione la formula di diritto internazionale per dare soluzione al conflitto.
Così non è stato perché il referendum non è stato realizzato nonostante le continue pressioni della popolazione Saharawi e così anno dopo anno, questa gente umile e dignitosa si è attrezzata per sopravvivere alle condizioni proibitive del deserto, sempre in attesa di potere un giorno ritornare da dove era venuta e far vivere il proprio stato. A chi affidare il compito di tenere insieme questa comunità di derivazione nomade mentre gli uomini erano al fronte? A chi consegnare il bisogno di mantenere le tradizioni, di educare il popolo del futuro, di gestire i bisogni più elementari di alimentazione, di cura? Le donne Saharawi sono state e sono tutto questo. Rappresentano l’ossatura di questa civiltà: sono dignitose, forti, allegre. La loro presenza nella società non è nascosta, ma evidente e forte. Attendono alla cura della famiglia, ma molte lavorano nei poveri poliambulatori che grazie alla cooperazione internazionale hanno potuto mettere su. Insegnano nelle scuole che frotte di volontari e aiuti di solidarietà contribuiscono a mantenere in piedi nonostante le tempeste di sabbia o il ghibli, vero flagello nel deserto. Sono vestite con i loro colori vivaci e, con qualche vezzosità, si coprono spesso le mani con i guanti affinché il forte sole del deserto non le renda troppo scure. I loro abiti, le melfe, altro non sono che un lungo drappo che sanno avvolgere intorno al corpo e che le rende femminili e flessuose. E’ un drappo che non ha né tagli, né cuciture, perché nella dura vita nomade, doveva e deve ancora servire come lenzuolo o tovaglia o altro ancora per occupare il minor posto possibile in groppa al cammello.
Relatrice della serata Marina Martelli, libera ricercatrice, studiosa ed esperta di filosofie e religioni orientali, da sempre interessata ai diritti umani. A cornice dell’evento la mostra itinerante “Lettere e Donna” proposta dall’Associazione anche a Terres, in cui sono fruibili fino al 16 maggio le opere di sette artiste locali, Doris Cologna, Paola de Benedetti, Luisa De Oratis, Francesca Dolzani, Sara Gorini, Annamaria Paoli, Sabrina Widmann. Venerdí 9 maggio 2014, alle ore 18:00, la mostra verrà presentata nella biblioteca di Terres, biblioteche che diventano cornice.