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DONNE e AGRICOLTURA – IL CONTRIBUTO DELLE DONNE RURALI IN UN’ ECONOMIA IN CRISI

Riceviamo dalla Presidente della Sezione di Trento, Prof.ssa Sandra Frizzera:

Il mondo dell’agricoltura oggi è molto diverso e anche le donne che lo popolano sono cambiate. Abbiamo maturato l’esigenza di approfondire la conoscenza del mondo delle donne che oggi lavorano in agricoltura e in particolare delle conquiste ottenute nel vasto e difficile settore agricolo e agroalimentare, ben conscia che in un tale momento di crisi anche l’imprenditoria agricola femminile deve vieppiù aprirsi a momenti di riflessione, di studio e operosità a sostegno dell’azienda rurale.

Fra le tante alterne stagioni che hanno contraddistinto il rapporto delle donne con la terra, questa è, forse, una delle più complesse. C’è stata la stagione fra le due guerre, che definirei ” AL SUONO DELL’AVE MARIA.” Un mondo chiuso, ma sereno di orizzonti casalinghi e di quiete salde abitudini, che accettava privazioni, fatiche e avversità come un fatale retaggio della condizione umana, cristiana, ma su tale rassegnazione fiorivano momenti di serenità, di generosità, di sana spontanea allegria.

Abbiamo poi un periodo di assestamento, un aprirsi a nuove tecniche , a proposte diverse fino ad arrivare a sostituire il suono delle campane con lo sguittio del cellulare.

Per giungere all’attualità, tempo in cui le donne hanno saputo trasformare ruoli e saperi tradizionali in imprese quali agriturismo, fattorie didattiche, fattorie sociali per portatori di handicap ed altro ancora.

A salvaguardia dell’ambiente, con ricadute positive sulla salute e sul benessere economico.

Questo si ripromette di valorizzare FIDAPA dando voce e spazio alle DONNE RURALI,  e, per quanto possibile, sostegno e collaborazione.”

La Presidente della Sezione di Trento

Sandra Frizzera

Il 28 Novembre, presso il Centro Culturale A. Rosmini, in via Dordi 8, ad ore 17.00, si è tenuto un  incontro con le donne rurali della nostra Provincia.

Il Convegno, dal titolo : DONNE e AGRICOLTURA

IL CONTRIBUTO DELLE DONNE RURALI IN UN’ ECONOMIA IN CRISI

Relatori:
MARA BALDO – DONNE IN CAMPO
MARIA LUISA BERTOLUZZA – COLDIRETTI DONNE IMPRESA
WALTER NICOLETTI – GIORNALISTA
E’ stato invitato l’assessore provinciale TIZIANO MELLARINI.

Conferenza “Donne e Agricoltura” organizzata da Fidapa sez.Trento

mercoledì 28 novembre 2012 – Centro Rosmini Trento

Dopo il saluto della presidente Sandra Frizzera, la socia Emanuela Merlo presenta le ospiti :

M.Luisa Bertoluzza, responsabile Donne Impresa Coldiretti, Mara Baldo, presidente Donne in Campo Trentino CIA e il giornalista Walter Nicoletti, esperto del settore agricoltura.

Fa presente che, se l’agricoltura può evocare scene bucoliche ed idilliache, spesso ricorda e testimonia fatica, duro lavoro, dedizione e tenacia, esposizione ad eventi naturali… Dall’agricoltura deriva tutto ciò che mangiamo e consumiamo, il nostro cibo, la nostra salute, il nostro benessere.

Le donne rurali rappresentano una importante risorsa: sono portatrici di idee, di innovazione, di sensibilità considerando le sfide che il settore sta affrontando e le finalità della politica europea.

Le donne protagoniste dell’incontro parleranno della loro attività, dei loro progetti, delle loro difficoltà, dei loro successi.

In Trentino le donne che conducono aziende agricole sono quasi 2700 e circa il 10% di queste hanno età compresa tra 19 e 40 anni. Le aziende rosa sono in aumento: nell’agriturismo il 35% sono condotte da imprenditrici, in crescita quelle del settore biologico, del settore ortofrutta, del settore vitivinicolo, delle produzioni di nicchia, DOP, IGP…

In passato le donne rurali erano lavoratrici spesso sottopagate o comunque lavoravano rimanendo in secondo piano; ora, lentamente, donne e impresa sono un binomio da leggere con occhi diversi rispetto al passato. Tante donne hanno saputo trasformare ruoli e saperi tradizionali in imprese, costituendo una riserva di tenacia, di inventiva, di cultura.

A – Siamo agricoltrici, imprenditrici agricole, donne che vivono in ambito rurale, ma anche soltanto donne che “amano” l’agricoltura e tutto quanto ad essa è collegato. Siamo donne intraprendenti che scelgono di essere attive, di essere in campo, far pensare le proprie idee, i propri progetti, le proprie imprese; che scelgono di informarsi, formarsi, valorizzarsi e confrontarsi con le altre donne che lavorano e che si organizzano nella società.

La nostra associazione ha fra i suoi obiettivi quello di sostenere l’imprenditorialità e il lavoro delle donne in agricoltura, valorizzando produzioni di qualità e tipicità, nel rispetto del territorio e degli equilibri ambientali. Le nostre iniziative si rivolgono a tutta la comunità, in particolare alle giovani generazioni.

Proponiamo iniziative creative che puntano sul “fare esperienza”, per entrare in contatto diretto con la natura, con quello che ci circonda, con quello che siamo. Nei nostri mercati promuoviamo la “filiera corta”: un’occasione per produttore e consumatore di incontrarsi, avere un rapporto diretto, favorendo una relazione culturale tra città e campagna. Per noi cultura è conoscenza delle tradizioni, ma anche dell’origine dei cibi che mangiamo, dei processi produttivi, del luogo d’origine, dei ritmi stagionali della natura.

Donne in Campo Trentino è presente a livello locale dal 2007. Possono far parte della nostra associazione le donne che a qualsiasi titolo conducono, o partecipano alla conduzione, di imprese agricole o donne che con diverso ruolo operano e vivono in ambiente rurale, amano l’agricoltura e tutto ciò a cui è ad essa collegato.

Principi Fondamentali Donne in Campo Trentino

Donne in Campo Trentino è un’associazione autonoma, democratica ed indipendente che afferma la centralità dell’impresa agricola singola ed associata, promuovendo in particolare la crescita culturale, morale, civile ed economica delle imprenditrici agricole e di tutte le donne che operano nel mondo rurale.

Donne in Campo Trentino è impegnata a realizzare nella società e nell’economia le pari opportunità e l’equilibrio di genere tra donne e uomini. Donne in Campo Trentino opera per promuovere e sostenere la partecipazione delle donne ai processi decisionali e negli organismi dirigenti a tutti i livelli europeo ed internazionale considerando la presenza della diversità come catalizzatore di innovazione, visione del mercato, creatività.

Presidente Donne in campo Trentino CIA – Mara Baldo

B – E’ con molto piacere che incontro la Vostra Associazione. Parlare di agricoltura e soprattutto parlare di donne che fanno agricoltura per me ha un gran valore, e se lo possiamo fare è merito di tutte quelle donne rurali mogli, figlie ,sorelle ,di gran contadini legati alla terra e alle tradizioni che , in loro avevano un gran supporto nel lavorarla . Questo loro stato le ha certamente, nel tempo, rese certe che la loro condizione andava cambiata e soprattutto bisognava dare un aspetto di professionalità a quel lavoro che svolgevano molto bene , ma all’ombra di un uomo. Uno dei primi successi del loro impegno al cambiamento fu quello di volere che alle donne fosse riconosciuto al livello assicurativo il loro ruolo ,quantomeno di coadiuvanti. Nel tempo le giovani hanno colto la possibilità di istruirsi , di informarsi e sono arrivate al giorno d’oggi ad essere delle imprenditrici a tutti gli effetti. In tutto questo cambiamento le donne rurali hanno trasmesso alle giovani il loro comportamento di solidarietà . Le imprenditrici agricole hanno sviluppato all’interno delle loro aziende un carattere moderno dando oltre che prodotti anche servizi, tutto ciò rivolto a migliorare anche l’aspetto reddituale del loro lavoro. La fattoria didattica dà la possibilità di avvicinare la scuola all’agricoltura e il nostro Movimento donne Impresa Coldiretti ha voluto rimarcare l’importanza di alcuni valori: la donna rurale essendo lei stessa madre e fruitrice di prodotti è attenta ad esaltare l’aspetto dell’alimentazione e la genuinità dei prodotti presenti su tutto il nostro territorio locale e nazionale ecco che allora le imprenditrici hanno dato la disponibilità ad aprire le loro aziende a visite guidate ,a completamento di lezioni in classe che preparano i ragazzi alle nostre realtà agricole trentine. L’agriturismo è un ottimo esempio di km zero, la vendita diretta è un altro modo per diffondere la cultura dell’alimentazione sana e legata alla stagionalità e al territorio. Le imprese delle nostre socie Coldiretti sono molto impegnate a salvaguardare l’ambiente e questo nostro essere donna le rende attente a questo aspetto che certamente ha un coinvolgimento anche nel sociale! Il direttivo Trentino ha raggiunto anche dei risultati sindacali: finalmente si è costituita la Commissione Camerale e le imprenditrici agricole ne fanno parte; altro progetto al quale hanno aderito è relativo al tanto noto tema della conciliazione. Nel nostro mondo le donne hanno sempre dovuto organizzarsi il lavoro in funzione di una famiglia alle volte patriarcali dove la cura parentale di genitori o persone anziane del nucleo era dato per scontato fosse un suo compito. Oggi è cambiato anche questo modo di pensare e di agire e con questo Progetto CO-MANAGER dove ha un ruolo importante l’assessorato alle Pari Opportunità l’imprenditrice si salvaguarda il tempo della maternità o all’accudimento di familiari anziani potendo lasciare la sua azienda ad una persona con requisiti per un certo periodo e pianificare la sua attività senza arrivare alla chiusura. Ormai noi donne abbiamo idee chiare e siamo determinate in quello che facciamo avendo preso coscienza che contadine o donne rurali o imprenditrici agricole come meglio vogliamo essere identificate, abbiamo, in seno all’economia e alla società che lavora, il nostro posto e con molta dignità lo difendiamo avendo acquisito professionalità!!

Responsabile Donne Impresa Coldiretti Trentino – Maria Luisa Bertoluzza

C – Nella società alpina la donna ha sempre ricoperto un ruolo di presidio della famiglia e della comunità. Lungi dal definirsi come una “società matriarcale”, quella alpina è stata una società dove la donna ha rivestito funzioni di “supplenza” rispetto all’assenteismo del maschio, impegnato storicamente nelle emigrazioni stagionali agricole, nelle periodiche guerre, nella transumanza e l’allevamento sugli alpeggi.

Anche secondo la descrizione dei primi viaggiatori che raggiungevano le Alpi dalle città europee, la donna di montagna era particolarmente avvezza al lavoro nei campi e nei boschi. Sovente, ai lavori domestici alternava quelli agricoli tanto da assumere un ruolo centrale all’interno delle famiglia, sia per quanto riguarda l’educazione dei figli, sia per quanto riguarda il loro sostentamento.

La donna, oltre ad essere depositaria delle conoscenze culturali e “scolastiche”, finiva inoltre per assumere anche ruoli di presidio della salute attraverso la conoscenza relativa all’utilizzo delle erbeofficinali e delle piante medicamentose. In particolari momenti storici, questa autonomia culturale e  questa propensione all’indipenden za spinse il potere costituito ad individuare in tante donne dei “capri espiatori” dove riversare colpe ancestrali attraverso la cosiddetta “caccia alle streghe”.

Questa matrice storica, che ha fatto della donna alpina una colonna portante della cultura dell’autogoverno di queste comunità, torna per molti versi d’attualità all’interno delle dinamiche attuali dello sviluppo locale della montagna.

Il pendolarismo moderno (il maschio che lavora in fabbrica o in ufficio in città) e l’esigenza di sviluppare un modello di agricoltura di montagna “multifunzionale”, aperta alla vendita diretta del prodotto e all’attività agrituristica (ospitalità, ristorazione, fattorie didattiche, bed and breakfast) spinge la donna verso una nuova e rinnovata centralità.

Diversamente dalla mentalità maschile, spesso attratta dalla produzione quantitativa e dal riduzionismo metodologico della monocoltura agricola, la cultura femminile (o di genere) si ri-afferma come un elemento centrale per l’azienda moderna, proiettata all’interno di quella “cultura delle alleanze” che fa dell’agricoltura di montagna un vero pilastro per lo sviluppo sostenibile ed integrato della montagna.

Questa cultura “olistica”, orientata a nuove alleanze di sistema, alla capacità del “saper fare” conferisce alla donna di montagna un elemento di essenzialità che lascia sperare in nuove occasioni di sviluppo ed equilibrio per i territori alpini. Il tutto contro l’abbandono della montagna, lo spaesamento sociale, i rischi connessi con un processo di globalizzazione che spinge verso la pianura e l’omologazione culturale ed economica.

Walter Nicoletti, giornalista – esperto settore agricoltura.

 

 

 

 

 

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