Ferrara: ATTI del Convegno “Il ruolo dell’associazionismo femminile in una società in continua e rapida evoluzione”

convegno webL’11 Aprile 2015 a Ferrara, nel Salone d’Onore di Palazzo Roverella, sede del Circolo dei Negozianti, organizzato dalla locale Sezione FIDAPA BPW ITALY, si è tenuto il Convegno sul tema nazionale: Il ruolo dell’associazionismo femminile in una società in continua e rapida evoluzione, momento di incontro e conoscenza fra  le associazioni femminili che operano sul territorio ferrarese. Il Convegno, cui hanno partecipato:  CIF Centro italiano femminile, ANDE Associazione nazionale Donne elettrici, Centro territoriale Donna Giustizia, Soroptimist International, UDI Unione donne in Italia e Attiva Ferrara, è stato però molto di più: l’occasione per riprendere il filo della memoria e comprendere in modo più approfondito quale sia stato e continui ad essere il ruolo delle donne nella società italiana e, dimensione ormai imprescindibile, nel mondo globalizzato.

Sono intervenute le relatrici: Dott.ssa Daniela Rossi: Vicepresidente FIDAPA BPW ITALY Distretto Nord Est; Dott.ssa Maria Chiara Annunziata, Vicepresidente nazionale  Centro italiano femminile; Dott.ssa Maria Grazia Avezzù, già Presidente Fidapa distretto Nord Est e ora Presidente della Commissione pari opportunità della Provincia di Rovigo; Dott.ssa Fiorenza Bignozzi, Presidente Associazione nazionale Donne elettrici Ferrara; Dott.ssa Paola Castagnotto, Presidente Centro territoriale Donna Giustizia Ferrara; Dott.ssa Daniela Fratti, Delegata Soroptimist International Ferrara; Dott.ssa Liviana Zagagnoni, Responsabile territoriale Unione donne in Italia Ferrara; Avv. Marcella Pacchioli, Presidente Associazione Attiva Ferrara. Ha moderato gli interventi, il Dott. Riccardo Modestino Vicepresidente Associazione De Humanitate Sanctae Annae.

Presenti all’incontro la Segretaria del Distretto Nord Est Sabrina Felicioni e  alcune Socie di Sezioni del Distretto.

Nella articolata disamina degli interventi,  che si sono susseguiti, sono  stati evidenziati  la lunga strada percorsa dall’associazionismo femminile e il ruolo svolto da tante figure femminili in momenti cruciali della storia d’Italia, fin da prima dell’Unità. E’ stata, più volte sottolineata,  la necessità, per le nuove generazioni,  di acquisire chiara consapevolezza  delle conquiste raggiunte sia in termini di emancipazione che di autodeterminazione responsabile,  conquiste ereditate ma non ereditarie.

L’associazionismo femminile, si è detto,  prende avvio dalla presa di coscienza di una élite culturalmente preparata di donne, della necessità di battersi contro una realtà fatta di sottomissione,  di esclusione dalla cultura e dalle arti, di repressione di ogni possibilità di scegliere il proprio futuro, che coincide con il diffondersi dell’Illuminismo, nella seconda metà del Settecento. Nel corso dell’Ottocento emergono tre indirizzi di pensiero a cui si ispireranno tutte le organizzazioni femminili sorte tra XIX e XX secolo: il Liberalismo, il Socialismo, il Cattolicesimo democratico.sala web

Il liberalismo ispira quelle associazioni che insistono sui diritti della donna all’interno della famiglia e nella società e che promuovono le battaglie per il divorzio, per il diritto di voto, per l’accesso alle professioni tradizionalmente riservate agli uomini. In Italia è l’Unione Femminile Nazionale, nata  nel 1899 a rappresentare questo orientamento. Il Socialismo ritiene che il riscatto della donna non possa essere disgiunto dai movimenti di massa  e lo collega al riscatto delle classi subalterne. A Milano nel 1897 nasce il Movimento Femminile Socialista. Il mondo cattolico,  durante il Pontificato di Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, si apre alla nuova realtà sociale. Nasce un femminismo cattolico che si schiera a favore del voto alle donne e per la difesa sindacale delle operaie. Nel 1907 e nel 1908 vengono promossi convegni a cui partecipano donne liberali, socialiste e cattoliche. Durante il pontificato di PIO X, l’associazionismo femminile viene incoraggiato ma inquadrato nei ranghi dell’Azione Cattolica,  con compiti prevalentemente religiosi e in una posizione polemica con qualsiasi forma di Femminismo.  Così nel 1909 nasce l’Unione Donne di Azione Cattolica , che fa opera di catechesi rivolta  alle donne, svolge una funzione socializzante e un’azione  di promozione della persona umana, spingendosi negli angoli più remoti del Paese. Nel 1918  nasce la Gioventù Femminile di Azione Cattolica che per cinquant’anni anni offre a molte bambine, adolescenti, giovani  un percorso formativo aperto non solo alla dimensione religiosa ma anche a quella culturale e civico-sociale. Tra l’altro, come l’Unione Donne, la Gioventù Femminile  raggiunge capillarmente tutto il territorio nazionale e si rivolge a tutte le classi sociali.

Nel ventennio fascista il movimento femminile di ispirazione liberale/socialista segna una battuta d’arresto. Le associazioni cattoliche vengono sciolte. Il Regime crea organizzazioni per tutte le fasce d’età e per tutte le categorie.  La guerra di liberazione, che ne segue, vede impegnate molte donne e questo contribuisce, nel 1945, alla fondazione di nuovi movimenti femminili e alla rinascita e alla diffusione in tutto il territorio nazionale di quelli già esistenti. L’U.D.I.di ispirazione socialista e il C.I.F.di ispirazione cattolica nascono verso la fine del 1944 .

Gli anni cinquanta costituiscono un momento di ripiegamento delle donne verso i ruoli tradizionali, ma l’associazionismo femminile, di qualsiasi matrice ideologica,  si muove per fare pressione sui partiti politici e in particolare sulle donne elette in Parlamento, per cambiare le leggi che riguardano la donna e l’istituto familiare e  tradurre in atto i principi di uguaglianza proclamati della Costituzione. La contestazione studentesca e il conseguente Neo-femminismo, negli anni Settanta, sembrano fare piazza pulita delle associazioni tradizionali. Il CIF si trasforma da federazione in associazione femminile e attraversa un difficile periodo di rifondazione. L’UDI si scioglie in quanto movimento nazionale e dà vita a gruppi che operano nel territorio in assoluta autonomia. Il movimento neo femminista entra in crisi, si frantuma  in una miriade di piccoli gruppi che sfociano in personalismi e in lotte intestine per la leadership. Nella seconda metà degli anni Settanta le associazioni femminili, all’interno delle quali si assiste ad un corroborante ricambio generazionale, vivono un periodo di grande vitalità che si esprime anche nella nascita  delle Consulte Femminili.

Negli ultimi anni è diventato tutto più difficile. Le nuove generazioni sembrano orientate a pensare  che la questione femminile sia superata, preferendo alle associazioni di sole donne,  altre e diverse forme di volontariato o più direttamente l’impegno politico. Le Associazioni femminili segnano il passo, il loro linguaggio pare non intercettare più le giovani donne, sempre più difficile il ricambio generazionale nei vertici. Tutte queste considerazioni alimentano un certo pessimismo sul futuro dell’Associazionismo femminile, eppure  il ruolo svolto dalle associazioni femminili è ancora assolutamente indispensabile in questo inizio di terzo millennio.

L’associazionismo femminile ha avuto ed avrà un ruolo insostituibile finché ci saranno donne emarginate e oppresse. Se nel passato esso ha trovato i modi e le forme per essere all’altezza dei tempi, anche oggi gli è chiesto di leggere con attenzione la realtà, di rinnovarsi nei metodi e nei progetti, per poter aderire con maggior efficacia d’ intenti e di fatti alle istanze delle  donne contemporanee.

In allegato gli interventi originali delle relatrici

– Daniela Rossi:  SPEECH convegno Ferrara   e    CONCLUSIONI convegno Ferrara

– Maria Grazia Avezzù: FIDAPA BPW ITALY Il ruolo dell’associazionismo femminile – relazione   e   FIDAPA BPW ITALY Il ruolo dell’associazionismo femminile – slides

Daniela Fratti:   SOROPTIMIST INTERNATIONAL Associazionismo pdf.compressed

Liviana Zagagnoni: UDI Unione Donne in Italia – Intervento Convegno Fidapa

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