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Femminicidio: approvata la legge

L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva con 143 sì e tre no il decreto legge con le misure per la sicurezza e per il contrasto della violenza di genere.  Il provvedimento, già approvato dalla Camera dei deputati, diventa così legge.  Il commento del premier Enrico Letta: «Il Senato ha convertito in legge il decreto del governo sul femminicidio dopo un intenso e positivo lavoro. È un giorno davvero importante!» .Questo provvedimento non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza». A dirlo è Franco Cardiello, Senatore del PDL, relatore della legge sul femminicidio a Palazzo Madama.

COSA CAMBIA – L’approvazione del decreto ha rischiato di saltare per i numerosi emendamenti presentati, tra cui quello sul braccialetto anti stalking, dubbi sono stati sollevati anche sull’irrevocabilità della querela. Una volta che è stata presentata querela infatti questa non può più essere ritirata in modo da sottrarre la vittima al rischio di nuove intimidazioni allo scopo di farla desistere. Altra novità è l’arresto in flagranza obbligatorio in caso di maltrattamenti su famigliari e conviventi.

Ecco i punti più importanti

Prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e punire severamente i colpevoli. Sono questi i tre obiettivi del decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne approvato quest’oggi dal Senato con 143 voti a favore. «Una buona legge», l’ha definita il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. «Un primo passo per contrastare un fenomeno odioso e intollerabile. Da oggi il nostro ordinamento si arricchisce di un provvedimento che garantirà maggiore protezione alle donne». Ecco, in sintesi, le norme più importanti contenute nel decreto legge.

Pene più severe: Il decreto prevede l’aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente).

Arresto obbligatorio in flagranza: violenza_ferrara-150x150È previsto l’arresto obbligatorio in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking. Ciò significa che le forze dell’ordine saranno obbligate al fermo di colui che viene sorpreso in un atto di violenza domestica o di stalking.

Allontanamento del coniuge violento da casa : Alle forze di polizia viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge (o compagno) violento se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Viene così impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici. I destinatari di questo provvedimento potranno essere controllati attraverso il braccialetto elettronico.

Querela irrevocabile: Una volta sporta querela per violenza e maltrattamenti, quella querela sarà irrevocabile. Si sottrae dunque la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela».

Corsia giudiziaria preferenziale: Con questo decreto, i tribunali potranno adottare delle corsie preferenziali per i processi per femminicidio e per maltrattamenti.

Patrocinio gratuito: Per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato, è ora previsto il patrocinio legale gratuito.

Permesso di soggiorno alle vittime straniere: «Abbiamo deciso di concedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari agli stranieri che subiscono violenze», ha spiegato Alfano.

Vittime informate sull’iter giudiziario: La vittima di violenza o maltrattamenti sarà costantemente informata sulla condizione giudiziaria del colpevole (se si trova in carcere o in libertà, se è stato condannato, ecc…). «Cerchiamo di correggere un punto di vulnerabilità del sistema normativo», ha spiegato il ministro dell’Interno. «Spesso la vittima non sapeva che fine aveva fatto il processo a carico dell’autore delle violenze. Ora la vittima sarà informata, ad esempio, della scarcerazione del denunciato».

Il femminicidio è diffuso a livello mondiale

Nei Paesi del Sud Est asiatico, il 37,7% delle intervistate ha dichiarato ai ricercatori dell’Oms di essere stata vittima del partner. Ma anche in Israele, Stati Uniti, Australia, Corea del Sud e la maggior parte degli Stati dell’Europa occidentale, come Germania, Svizzera, Svezia, Norvegia, Francia e Italia.

I dati della ricerca dell’Oms dimostrano che le differenze di sviluppo socio-economico non cambiano la sostanza delle cose. Tanto che al nostro Paese, dove il 12,2% di donne ha subìto molestie, si avvicina la Svezia (11%). E nella Germania la percentuale di maltrattamenti arriva al 27,9%.

«La prima conclusione che possiamo trarre», spiega a Lettera43.it Claudia Garcia-Moreno, ricercatrice dell’Oms a capo del dipartimento sulla Salute sessuale e di genere, «è che il tasso di violenza non dipende dal reddito. La variabile da cui dipende maggiormente è l’educazione”.

Dalla ricerca emerge che negli ultimi 10 anni la violenza all’interno della coppia è aumentata pericolosamente.. Lo Stato con il maggiore tasso di violenza è il Congo: qui il 56,9% delle donne ha subìto qualche violenza. Seguono il Bangladesh con il 48,7%, lo Zambia con il 39,6%, l’India con il 35,1% e la Colombia con il 33,4%.

Il tasso di violenza della Danimarca raggiunge il 22,19%, mentre in Norvegia è al 26,8% e in Gran Bretagna è al 18,9%. A dispetto delle notizie drammatiche in arrivo quotidianamente dall’Italia, sembra non esserci dunque una cultura mediterranea a influenzare la violenza di genere. Sia nel Nord sia nel Sud gli uomini sono pronti a picchiare, a ferire e a uccidere le donne, siano esse amanti, mogli o compagne.

LE DENUNCE MANCATE. C’è una quota di violenza non denunciata difficilissima da stimare Nel civilissimo Vecchio Continente quattro donne su cinque non si sono rivolte ad alcun servizio sanitario, sociale o di sicurezza dopo aver subito abusi da parte del partner. E tre su quattro pensano che la violenza sia comune nel loro Paese. Non sanno forse quanto sia diffusa in tutta Europa.

 

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